FIC - Fondazione Italiana Continenza | L’incontinenza urinaria nell’uomo: la nostra FAQ
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L’incontinenza urinaria nell’uomo: la nostra FAQ

L’incontinenza urinaria nell’uomo: la nostra FAQ

FAQ incontinenza urinaria uomo

 

Esiste il problema dell’incontinenza nel maschio?

 

Si anche nel maschio vi è il problema della incontinenza urinaria, con una percentuale del 24%, come riportato da analisi statistiche internazionali  degli ultimi 5 anni.

 

A che età si presenta il problema?

 

La percentuale di incontinenza urinaria maschile varia fra l’11% nei pazienti fra i 60-65 anni, e il 31% dei pazienti più anziani. In particolare gli uomini incontinenti con età fra i 70 e gli 80 anni sono circa la metà rispetto alle donne  incontinenti. Possiamo affermare che l’Incontinenza urinaria maschile tende ad aumentare con l’età, come accade per le donne.

 

Quali sono le cause del problema?

 

L’invecchiamento, le disfunzioni cognitive e i disturbi neurologici, i trattamenti invasivi e mini invasivi per patologia prostatica:

  • ipertrofia prostatica benigna: circa 1% di incontinenza dopo resezione endoscopica transuretrale;
  • neoplasia prostatica: circa 4-20% d’incontinenza da sforzo a 12 mesi dalla prostatectomia radicale;
  • intervento chirurgico demolitivo che consta nell’asportazione di tutta la ghiandola prostatica con le vescicole seminali con ricostruzione del collo vescicale.

 

Quali sono i sintomi?

 

L’incontinenza urinaria si definisce come la perdita involontaria d’urina attraverso l’uretra. Anche nell’uomo si classifica, come per le donne, in tre tipi:

  • Da sforzo: perdita di urina con i colpi di tosse, con qualsiasi occasione durante la quale vi è un aumento della pressione addominale. Ad esempio negli uomini che sono stati sottoposti a intervento di prostatectomia radicale per neoplasia;
  • Da urgenza: perdita di urina con intenso, irrefrenabile desiderio di urinare; la vescica non riesce a svolgere la sua funzione di contenitore di urina perché non riesce a riempirsi. Urgenza da vescica iperattiva (insorgenza di contrazioni vescicali involontarie dovute a causa motoria) o da aumento della stimolazione nervosa scatenante  l’impellenza minzionale, causa sensitiva.
  • Mista: incontinenza con aspetti sia da sforzo sia da urgenza.

Per gli uomini il tipo più frequente di incontinenza urinaria è quello da urgenza pari al 40-80%, poi da tipo misto pari al 10-30%, infine da sforzo pari al <10%.

 

Cos’è il piano anatomico perineale?

 

È un sistema di muscoli, fasce e legamenti che costituiscono un sistema di sospensione e di sostegno del pavimento pelvico contenente gli organi pelvici quali intestino, utero e annessi, vescica (donne), prostata e vescicole seminali (uomini), che necessitano anche della integrità del sistema neurologico per loro corretto funzionamento.

La continenza urinaria negli uomini è data dai muscoli pelvici quali sfintere uretrale che si suddivide in: prossimale (localizzato nel collo vescicale) e distale (localizzato sotto l’apice prostatico): la loro integrità garantisce la continenza urinaria.

Lo sfintere uretrale distale – che agisce in sinergia con la muscolatura striata del pavimento pelvico – garantisce la continenza quando quello prossimale viene danneggiato in occasione di terapia per la prostata per via endoscopica o per via chirurgica; se anche il distale viene danneggiato: allora insorge l’incontinenza che avrà un grado dipendente dal danno subito.

 

La fisioterapia del pavimento pelvico previene e aiuta dopo prostatectomia radicale per carcinoma della prostata?

 

La prostatectomia radicale eseguita per neoplasia prostatica è l’intervento chirurgico urologico che può esitare in incontinenza urinaria da sforzo, il tasso di incidenza dell’incontinenza da sforzo dopo tale intervento è stato per decenni al centro di controversie, alimentate spesso dalla definizione stessa di incontinenza e dalla metodologia di raccolta dati nei diversi studi: il tasso di recupero della continenza è aumentato negli ultimi anni, grazie all’affinarsi  delle tecniche chirurgiche per il precoce recupero della continenza urinaria, all’introduzione della chirurgia robotica, attestandosi fra il 68% ed il 97% dopo 12 mesi dalla chirurgia, questo grazie anche al ruolo svolto dalla fisioterapia del pavimento pelvico pre-operatoria che accelera il recupero della continenza urinaria post-operatoria.

La fisioterapia del piano perineale è indicata per l’incontinenza urinaria a tutti i livelli; il successo terapeutico può essere del 70% se incontinenza è di grado lieve, e comunque da effettuare prima del trattamento con agenti volumizzanti periuretrali.

 

Esistono norme di comportamento da seguire?

 

Ad ogni paziente viene suggerito di seguire norme igienico alimentari (non assumere cibi piccanti, non fumare, urinare ogni 3-4 ore di giorno); eseguire a domicilio esercizi del piano perineale come da suggerimenti del Fisiatra e/o del Fisioterapista.

 

Quali sono le opzioni terapeutiche?

 

Terapia farmacologica

 

Incontinenza da sforzo: vi è un unico farmaco ed è la duloxetina, con efficacia dose-dipendente, spesso non tollerata e non ancora registrata per l’uso nel sesso maschile.

Incontinenza da urgenza: farmaci antimuscarinici (per es. solifenacina, trospio, tolderodina, ossibutinina, flavossato,  etc.) e beta 3 agonisti (mirabegron) si tratta di farmaci non dispensati dal SSN, con efficacia non sempre costante ed effetti collaterali.

Ogni terapia va modulata sul paziente: età anagrafica, patologie concomitanti, farmaci assunti per altre patologie, grado di autonomia, assistenza in famiglia.

Il medico Urologo valuta il paziente nel “suo insieme” e decide la terapia più appropriata, valutando il paziente con  frequenza stabilita.

 

Terapia chirurgica

 

Per l’incontinenza da urgenza, quando la terapia non invasiva è inefficace e l’esame urodinamico conferma la presenza di una iperattività vescicale, può essere proposto un piccolo intervento endoscopico di infiltrazione della vescica con tossina botulinica oppure in alternativa la neuromodulazione sacrale ovvero il posizionamento di uno stimolatore permanente (pace-maker) delle radici nervose sacrali. Entrambi gli interventi possono essere eseguiti in anestesia locale.

 

Per l’incontinenza urinaria da sforzo di grado lieve-moderata: l’urologo può utilizzare agenti volumizzanti (bulking agents), porre sling sottouretrali e palloncini periuretrali.

Gli agenti volumizzanti (collagene, teflon, silicone ecc) vengono iniettati a livello della sottomucosa dell’uretra sfinterica per via endoscopica transuretrale, determinando in tal modo il collabimento mucoso con aumento delle resistenze uretrali e probabilmente favorendo l’azione occludente dello sfintere uretrale esterno. L’efficacia di questi materiali a breve termine si è dimostrata efficace; a lungo termine, invece, hanno dimostrato un tasso di successo basso dovuto alla loro facilità di migrare nei tessuti circostanti. A oggi i bulkings agents restano il trattamento meno invasivo per la incontinenza da sforzo di grado lieve-moderato, sempre dopo i trattamenti conservativi, sebbene tutti  mostrino un basso tasso di successo, e gli effetti tendano a deteriorarsi nel tempo, rendendo necessario un re-trattamento.

 

I palloncini sotto-uretrali sono un dispositivo protesico che agisce sullo sfintere uretrale come gli agenti volumizzanti, con la caratteristica che l’urologo può decidere il grado di compressione dell’uretra (si gonfiano, in anestesia locale, sotto guida ecografica, in regime ambulatoriale,  i 2 palloncini espandibili, in silicone posti ai lati del collo vescicale). Ad oggi  il loro utilizzo si sta diffondendo anche se i risultati  non sono ottimali

 

Sling sottouretrali: l’intervento consiste nel creare una “fionda”, una striscia di materiale dello stesso paziente o sintetico sotto l’uretra. Il meccanismo è dato dalla compressione a estrinseco dell’uretra bulbare da parte della sling stessa, contribuendo così al recupero della continenza. La compressione si distribuisce meccanicamente lungo la circonferenza dell’uretra. Controindicazione all’intervento: paziente sottoposto in precedenza a radioterapia pelvica.

 

Per la incontinenza da sforzo di grado moderato-severo: l’urologo può utilizzare lo sfintere urinario artificiale,  ancora oggi il gold standard del trattamento.

La protesi AMS800 (usualmente la più usata) consiste in una protesi idraulica di silicone che una volta posizionata permette al paziente di mantenere la continenza e di urinare quando lo desidera . È necessario che il paziente abbia una buona manualità, non patologie concomitanti gravi.

La protesi consta di 3 parti: una cuffia intorno all’uretra che la avvolge e la chiude; un serbatoio che trasmette gli incrementi pressori addominali alla cuffia attraverso il liquido contenuto nella protesi presente nella cuffia per potere urinare e una pompa di attivazione nello scroto che apre la cuffia.

È un intervento semplice in mani esperte, non senza rischi (infezioni, erosione uretra …) che se ha successo permette una buona qualità di vita del paziente per almeno 10 anni.

 

A chi si deve rivolgere un uomo che soffre di incontinenza urinaria?

 

Sempre al Suo medico di medicina generale che lo saprà indirizzare a un urologo, a un fisiatra, dopo avere eseguito  la visita e i dovuti approfondimenti diagnostici.