FIC - Fondazione Italiana Continenza | L’incontinenza nell’anziano
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L’incontinenza nell’anziano

L’incontinenza nell’anziano

L’incontinenza nell’anziano

Perchè gli anziani sono più a rischio di incontinenza urinaria?

 

Essere anziani non significa essere incontinenti, anche se è vero che la persona anziana si presenta più a rischio di perdite urinarie.

Il progressivo invecchiamento dei tessuti del sistema vescico-sfinterico, della sua innervazione  e del controllo da parte del nostro sistema nervoso rappresenta infatti un fattore di rischio per la continenza. Inoltre il sommarsi di alcune malattie nel corso della vita (la cosiddetta pluripatologia) come il Diabete,  malattie neurologiche come il Morbo di Parkinson o Ictus cerebrali espone all’insorgenza di incontinenza.

 

Altri fattori chiamati in causa nell’influenzare l’incontinenza nella persona anziana sono la ridotta mobilità, con tempi più lunghi per il raggiungimento del bagno e l’utilizzo di farmaci, spesso molteplici, che possono aumentare la produzione di urina e quindi l’entità di eventuali perdite o ridurre l’attenzione nei confronti dello stimolo urinario. Nel caso di persone con decadimento cognitivo, l’incontinenza può invece essere legata alla incapacità di riconoscere il momento e il posto giusto per fare pipì.

 

Al giorno d’oggi l’allungamento della vita media e il miglioramento della qualità di vita rendono comunque molto variegata  la condizione dell’anziano, tanto che si discute sulla età in cui si diventi anziani, ufficialmente in passato a 65 anni, età in cui molte persone sono ancora molto attive e le condizioni possono molto variare con l’età biologica, differente dalla età anagrafica, e con le condizioni di salute e di prestazionalità in generale.

 

Come si manifesta la incontinenza urinaria nell’anziano?

 

Molti anziani sono considerabili “adulti più grandi” e in assenza di patologie o situazioni concomitanti che li espongano a rischio di fragilità (condizione in cui più facilmente l’anziano si “scompensa” con maggiore esposizione a conseguenze avverse) presentano gli stessi di tipi di incontinenza della persona adulta. Quindi le donne sono più esposte a incontinenza urinaria dei maschi, in cui la chirurgia o radioterapia per la prostata rappresentano invece il fattore principale di rischio per incontinenza urinaria. L’incontinenza può essere:

 

  • da sforzo (legata a aumenti della pressione addominale come con la tosse, lo starnuto, la risata, la camminata veloce o l’alzarsi in piedi o accovacciarsi);
  • da urgenza (sentire lo stimolo improvvisamente e non riuscire a trattenerlo);
  • mista.

 

Con l’avanzare dell’età si presenta più facilmente l’incontinenza da urgenza che quella da sforzo. Talora poi l’incontinenza non è causata né da sforzo né da urgenza e in alcuni casi neanche si percepisce la perdita stessa.

 

Negli anziani più “fragili” il sommarsi di difficoltà nel raggiungere il bagno, svestirsi, la perdita delle autonomie e la perdita delle funzioni cognitive, dell’attenzione e della memoria possono influenzare l’incontinenza tanto da renderla non più strettamente inquadrabile in una delle tipologie precedenti.

 

Ci sono farmaci per curare la incontinenza nella persona anziana?

 

Quando l’incontinenza è legata ad urgenza minzionale, anche nell’anziano è possibile utilizzare dei farmaci ( i cosiddetti antimuscarinici e beta 3 agonisti) per controllare tale sintomatologia. La peculiarità del soggetto anziano impone però, rispetto all’adulto, maggiore attenzione nella decisione e scelta di tali farmaci, nel dosaggio e nell’utilizzo nel tempo per evitare interferenze con le funzioni cognitive. Inoltre la non rarissima situazione in cui la persona presenta da un lato incontinenza ma dall’altro anche difficoltà nello svuotare bene la vescica, fa porre l’attenzione del medico sul controllare che non si sommino gli effetti di un difetto di svuotamento della vescica a quelli del farmaco. Con queste attenzioni, anche nell’anziano la terapia farmacologica per l’urgenza può dare i risultati sperati.

 

Si può riabilitare l’anziano con incontinenza? Ci sono degli esercizi?

 

La riabilitazione per la incontinenza urinaria comprende esercizi per il pavimento pelvico, integrati nei gesti della vita quotidiana e talora l’utilizzo di terapie strumentali con elettro-stimolazione.

 

Ogni trattamento consegue a un corretto inquadramento del paziente effettuato dal medico specialista, il quale valuterà non solo l’incontinenza ma anche le condizioni generali e le risorse specifiche che la persona può metter in campo per migliorare le proprie condizioni. Pertanto il  medico può proporre un trattamento riabilitativo anche in una persona anziana, in cui le condizioni da un punto di vista cognitivo e fisico lo permettano, se vi sono delle possibilità di intervento. In tal caso il trattamento sarà individuato secondo le possibilità e le indicazioni.

 

Ci sono interventi chirurgici per la incontinenza nell’anziano?

 

Esistono interventi chirurgici efficaci per la incontinenza, in particolar modo per quella da sforzo. L’età di per sé non costituisce una controindicazione per il trattamento chirurgico dell’incontinenza. Vanno però preventivamente valutate le comorbilità, i farmaci, i disturbi funzionali e cognitivi che contribuiscono all’incontinenza e che potrebbero compromettere i risultati della chirurgia ed esporre a maggiori rischi la persona. Permane anche in tal caso la differenza tra l’anziano in buone condizioni di salute e l’anziano “fragile” a rischio di scompenso delle sue condizioni.

 

In ogni caso prima dell’intervento chirurgico devono essere ben definiti con il paziente e con chi eventualmente lo assiste i risultati auspicati, in modo che siano coerenti con gli obiettivi del paziente, anche in relazione all’aspettativa di vita.

 

Ci sono altre terapie per migliorare la incontinenza nell’anziano?

 

Non sempre l’incontinenza con farmaci o chirurgia o riabilitazione è modificabile e non sempre tali terapie sono indicabili nella persona anziana, specialmente con molte disabilità e patologie. Vi è però la possibilità di utilizzare dei comportamenti corretti che prevengano la comparsa o limitino l’entità dell’incontinenza.

La terapia comportamentale per l’incontinenza urinaria include:

 

  • il training vescicale (bladder training) nei pazienti più collaboranti e cognitivamente meno compromessi;
  • lo svuotamento vescicale assistito e promosso dal caregiver (prompted voiding) per i pazienti più fragili e più compromessi dal punto di vista cognitivo.

 

Il bladder training consiste in un programma di educazione basato su minzioni programmate in modo da mantenere intervalli asciutti tra una minzione e l’altra con incremento progressivo degli intervalli stessi. Esso ha come obiettivi un maggior controllo sulla urgenza, il prolungamento degli intervalli tra le minzioni, l’aumento della capacità vescicale, la riduzione degli episodi di incontinenza e il raggiungimento di una maggiore fiducia del paziente nella possibilità di controllare la funzione urinaria.

 

Il prompted voiding invece richiede la presenza di un caregiver che sulla base di un regime di minzioni programmate, per esempio ogni due ore, invita il paziente ad andare ad urinare, lo incoraggia e gli fornisce rimandi positivi. Lo scopo è quello di incrementare il numero di volte in cui è il paziente stesso a richiedere di andare ad urinare e ridurre il numero degli episodi di incontinenza. Una prova per 3 giorni permette di capire se vi posa essere un miglioramento significativo dell’incontinenza.

 

Un altro aspetto importante è la prevenzione: di fronte a una persona anziana è importante mantenere il più possibile le corrette abitudini, come l’andare a urinare regolarmente, aiutandolo se necessario per la ridotta mobilità e evitando di lasciare che la persona faccia pipì nel pannolino se è possibile utilizzare il WC, il pappagallo, la padella o altre strategie.

 

Gli ausili assorbenti sono tutti uguali? Cosa scegliere?

 

Quando l’incontinenza non è curabile o migliorabile, un importante aspetto da considerare è l’utilizzo di ausilii, nell’ottica di migliorare la qualità di vita della persona incontinente e degli eventuali caregivers.  Vi sono in commercio molti modelli di assorbenti, specifici per incontinenza. I modelli variano:

 

  • per forma (es. sagomati, a triangolo, a mutandina, pull-up, a cintura);
  • capacità di assorbenza;
  • misura;
  • vestibilità; fissaggio (con adesivo alla mutandina, o con bande adesive come nel pannolino a mutandina, o mutandina con assorbente integrato tipo pull-up).

 

La scelta dei modelli dipende da alcuni fattori importanti:

 

  • la frequenza delle perdite e l’entità delle singole perdite;
  • la conservazione o meno di minzioni spontanee al bagno o la presenza di incontinenza totale;
  • il grado di autonomia della persona;
  • la possibilità di camminare e muoversi (in tal caso il pannolone a mutandina anche in presenza di incontinenza importante presenta molte limitazioni);
  • la difficoltà nel cambio dell’ausilio in persone prevalentemente allettate e con peculiarità.

 

La scelta dell’ausilio più adatto può cambiare in maniera significativa la gestione della persona, rendendo più facile, meno faticosa, meno limitante la problematica. In alcuni casi può essere presa in considerazione l’opzione del condom nel maschio, che, connesso ad una sacca di raccolta della urina, in caso di incontinenza grave può rappresentare una valida opportunità.

 

Al contrario il catetere a dimora non è da utilizzarsi per il controllo della incontinenza, ma è riservato ai casi di problemi nello svuotamento della vescica, non gestibili diversamente. Il cateterismo infatti espone a complicanze,  di cui quella più frequente è l’infettiva. Solo in caso di mancanza di alternative, come la necessità di proteggere dalle perdite di urina delle lesioni cutanee in persone allettate, non gestibili con condom, può essere considerato per gestire la incontinenza urinaria.