09 Giu Fondazione italiana continenza partecipa al Congresso della e Società Italiana di Urodinamica (Siud): una collaborazione consolidata nel tempo
Una stretta e proficua collaborazione quella che vede in prima linea la Fondazione Italiana Continenza (Fic) e la Società Italiana di Urodinamica (Siud), insieme oggi al Congresso della Siud in corso a Varese. Una partnership che si è concretizzata anche con la partecipazione di entrambi gli organismi al tavolo di lavoro voluto dal Ministero della Salute proprio per affrontare in modo ancora più efficace tutti gli aspetti connessi all’incontinenza e che si è recentemente concluso. Da questo tavolo, che ha visto sia Fondazione sia Siud insieme ai maggiori esperti nel campo della continenza e al mondo dell’associazionismo, è scaturito un documento di proposta e che al momento sta seguendo l’iter procedurale per poter diventare operativo.
L’incontro che si è tenuto durante il congresso Siud ha visto la partecipazione di numerosi esperti e professionisti del settore: Antonella Biroli – Presidente del Comitato Scientifico FIC, già membro del Direttivo della Società italiana di Urodinamica, Fisiatra, Responsabile SS Riabilitazione Neurologica e Disfunzioni autonome – Osp. San Giovanni Bosco – Torino; Roberto Carone – Presidente SIU – Società italiana di urologia, Presidente Emerito FIC, Urologo, Direttore Struttura Complessa di Neuro-Urologia – Azienda ospedaliero-universitaria Città della Salute e della Scienza – Torino; Enrico Finazzi Agrò, Presidente SIUD, Professore Associato presso l’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” e responsabile della UOSD Servizio di Urologia Funzionale e Chirurgia Urologica Mini-Invasiva del Policlinico Tor Vergata; Paola De Nardi, Specialista in Chirurgia Generale Istituto Scientifico Ospedale S. Raffaele, Divisione di Chirurgia Generale e Gastroeterologica ed è stato condotto da Mario De Gennaro – Presidente FIC, Primario Urologo Pediatra, Responsabile U.O. Complessa Urodinamica Pedriatrica Ospedale Bambino Gesù – Roma, Chairman Educational Committee ICCS – International Children Continence Society.
Al centro del dibattito i temi che sono stati oggetto del lungo lavoro degli esperti chiamati a far parte del Tavolo ministeriale che hanno voluto ribadire la priorità di una rete capillare di centri specialistici che garantiscano migliore accesso, offerta e equiparabilità di cure a tutti i cittadini italiani. La creazione di tali reti ha come obbiettivo primario l’appropriatezza sia nelle prestazioni diagnostico-terapeutiche che nella prescrizione e fornitura di ausili per assorbenza e cateteri oltre che migliorare la risposta socio-sanitaria alla persona con incontinenza. La Rete di centri è già presente in Piemonte, con 40 centri, ed oggetto di apposita delibera nelle regioni Sardegna e Basilicata oltre che di prossima realizzazione in Veneto.
Oggi l’incontinenza rappresenta una patologia dalla forte rilevanza sociale: in Italia sono incontinenti almeno 5,1 milioni di persone sopra i 18 anni (3,7 milioni di donne e 1,4 milioni di uomini, con un rapporto di 2,7 a 1 tra i due sessi). In altri termini, su 100 italiani, almeno 10 soffrono di incontinenza urinaria, 6% tra gli uomini e 14% circa tra le donne, con un sensibile incremento della prevalenza al crescere dell’età. E’ un problema sommerso, avvolto nel silenzio e di cui si parla ancora troppo poco.
“L’incontinenza è definita come perdita involontaria di urina e affligge milioni di persone, giovani e anziani, uomini e donne. Molto spesso questo problema è associato ad una scarsa conoscenza della malattia e ad un forte senso di pudore nel parlarne con il proprio medico e con persone vicine. L’incontinenza è quindi un problema sottostimato, che rappresenta ancora un tabù e che viene non trattato a sufficienza. Rappresenta un onere considerevole sulla qualità della vita dei pazienti e dei loro caregivers”, ha dichiarato Mario De Gennaro, Presidente di Fondazione.
Fondazione italiana continenza si muove nella lotta al problema incontinenza a diversi livelli.
In termini di conoscenza del problema, informazione e consapevolezza del paziente la FIC ha realizzato dei libretti informativi (scaricabili gratuitamente dal sito) per far conoscere al paziente la sua problematica e le possibili soluzioni, compresi esercizi per il pavimento pelvico.
In termini di conoscenza dell’impatto della incontinenza sul paziente, ma anche in termini di costi, la Fondazione si è impegnata in studi che mirano a far luce su questi aspetti, che specialmente in campo economico, sono poco indagati, ma purtroppo rilevanti. L’ultima ricerca presentata, svolta nel 2016 dal Dipartimento di Studi Aziendali dell’Università degli Studi “Roma Tre ha esplorato i costi dell’incontinenza, che non genera soltanto costi diretti (presidi assorbenti, farmaci da banco, diagnosi, terapie chirurgiche, ecc.), ma anche importanti costi indiretti (perdita di produttività lavorativa, raccolta e smaltimento dei rifiuti indifferenziati prodotti, tempo utilizzato da chi assiste le persone incontinenti, ecc.). Esistono infine costi intangibili, rappresentati principalmente dalla sofferenza psicologica (disagio, ansia, angoscia, vergogna, ecc.) della persona incontinente e dei suoi familiari. I costi intangibili sono difficilmente misurabili in termini monetari, ma è agevole comprenderne la rilevanza in termini di impatto socio-economico. Guardando ai costi diretti e indiretti, la sola incontinenza femminile in Italia genera costi stimabili in circa 3,3 miliardi di euro l’anno, di cui costi diretti per 2 miliardi di euro e indiretti per 1.3 miliardi di euro. Si può pervenire a tale stima considerando che le ricerche esistenti svolte in Italia consentono di stimare un costo medio pro-capite per le donne incontinenti di poco superiore a 900 euro l’anno (60% di costi diretti, 40% costi indiretti.
La Fondazione, da oltre 15 anni opera anche a livello di collaborazione con le istituzioni, ma anche con il mondo sanitario, compresi i medici di medicina generale e gli specialisti e con le Società scientifiche di settore nell’ottica di raggiungere sempre un miglioramento delle cure per questo problema che altera la qualità di vita del paziente. L’impegno di tutti nell’attuazione di una strategia condivisa e dell’implementazione del fattibile subito, potrà portare importanti risultati misurabili per chi riceve e per chi eroga le prestazioni socio-sanitarie.