FIC - Fondazione Italiana Continenza | Fondazione italiana continenza: da 20 anni a fianco di Istituzioni, Società Scientifiche e operatori sanitari per migliorare la qualità di vita dei pazienti
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Fondazione italiana continenza: da 20 anni a fianco di Istituzioni, Società Scientifiche e operatori sanitari per migliorare la qualità di vita dei pazienti

Fondazione italiana continenza: da 20 anni a fianco di Istituzioni, Società Scientifiche e operatori sanitari per migliorare la qualità di vita dei pazienti

Diversi i progetti e le iniziative portati avanti dalla Fondazione per diffondere una corretta informazione sul tema dell’incontinenza, combattendo pregiudizi e tabù, e per promuovere corretti percorsi diagnostici-terapeutici. Prosegue l’impegno di FIC per attivare un nuovo Tavolo tecnico ministeriale per la costituzione in ogni Regione di una rete di centri di primo, secondo e terzo livello per la prevenzione, diagnosi e cura dell’incontinenza. Per venire incontro alle esigenze di formazione degli urologi, intrapresa una collaborazione con l’Università degli Studi di Torino per l’avvio del primo Master in Italia in urologia funzionale e neuro-urologia. Continua l’attività di divulgazione anche online, con la recente apertura del nuovo canale Instagram.

Milano, 16 dicembre 2021Sensibilizzare le Istituzioni sul tema dell’incontinenza, problematica che affligge 1 donna su 5 indipendentemente dall’età e il 50% della popolazione – uomini e donne – in età geriatrica, identificare i bisogni dei pazienti e fornire loro informazioni chiare e puntuali per affrontare un corretto percorso diagnostico-terapeutico, superando i pregiudizi che ancora spesso circondano questa condizione e alleviando il disagio psicologico ed emotivo di pazienti e familiari. Questi gli obiettivi che hanno ispirato le iniziative e i progetti promossi dalla Fondazione italiana continenza (FIC) che quest’anno celebra 20 anni di attività.

Vent’anni durante i quali la Fondazione ha svolto un ruolo di primo piano come interlocutore del Ministero della Salute e degli amministratori regionali per avviare interventi incisivi a favore dei cittadini affetti da incontinenza urinaria e fecale. Un importante traguardo, in tal senso, è stato raggiunto a gennaio 2018 quando il documento “L’incontinenza urinaria e fecale. Aspetti clinici, strategici ed organizzativi, prodotto dal Tavolo tecnico ministeriale per la continenza, è stato recepito quale Accordo in sede di Conferenza Stato-Regioni, sancendo l’obbligo dell’istituzione in ogni Regione di una Rete di centri per la prevenzione, diagnosi e cura dell’incontinenza e tutte le disfunzioni dell’area pelvica. Purtroppo, ad oggi, solo Piemonte, Lazio e Veneto dispongono di una Rete funzionante di Centri.

Proprio le diverse situazioni regionali che marcano le differenti modalità di approccio al tema incontinenza stanno imponendo alla Fondazione un impegno sempre forte e deciso a favore dei cittadini, lavorando perché venga attivato un nuovo Tavolo di lavoro ministeriale con l’obiettivo di controllare che effettivamente le Regioni, che ancora non abbiano provveduto, predispongano i Tavoli regionali per la realizzazione della Rete dei Centri. E, per essere ancor più vicina ai pazienti, FIC ha costituito una task force composta dai propri referenti regionali in grado di seguire sul territorio la prevista costituzione delle Reti di primo, secondo e terzo livello per la prevenzione, diagnosi e cura dell’incontinenza urinaria e fecale e la possibilità che esse dialoghino tra loro.

Nel corso degli anni l’impegno di Fondazione si è concretizzato anche nella promozione di diversi studi e ricerche – come, per esempio, la ricerca sui costi dell’incontinenza urinaria femminile in Italia, realizzata in collaborazione con il Dipartimento di Studi Aziendali dell’Università di Roma Tre, o l’indagine sulla gestione dell’incontinenza nell’anziano, condotta con la Fondazione ISTUD – e nell’organizzazione di corsi teorico-pratici per soddisfare le esigenze di formazione e aggiornamento professionale di Medici di Medicina Generale e urologi.

A tale proposito, al fine di colmare la mancanza di un’offerta formativa dedicata e strutturata sull’urologia funzionale e sulla neuro-urologia – branca iperspecialistica dell’urologia che si occupa delle patologie disfunzionali genito-urinarie maschili e femminili – la Fondazione ha intrapreso una collaborazione con l’Università degli Studi di Torino per il primo Master di II livello in Italia su questa specifica branca, istituito dall’Ateneo piemontese per l’anno accademico 2021-2022.

Importante anche l’attività di informazione e divulgazione portata avanti da FIC presso il grande pubblico per diffondere consapevolezza sul tema dell’incontinenza e parlare del problema in maniera semplice e chiara, rompendo i tabù che ancora sussistono e che spesso aumentano il senso di vergogna e rassegnazione di chi ne è affetto. Vanno in questa direzione l’organizzazione di incontri con la popolazione e la realizzazione di una serie di opuscoli divulgativi sulle varie forme di incontinenza e su consigli utili in termini di corrette abitudini alimentari e stili di vita da seguire.

L’attività di informazione e divulgazione è declinata anche online grazie al sito web www.fondazioneitalianacontinenza.it, uno spazio virtuale in cui gli utenti possono trovare risposte ai vari quesiti sull’incontinenza oltre a essere costantemente aggiornati su eventi e iniziative sull’argomento, e alla presenza di Fondazione su LinkedIn (@Fondazione Italiana Continenza), Twitter (@FIContinenza), a cui si è aggiunto recentemente anche l’apertura del profilo Instagram (@fic_social).

La Fondazione compie vent’anni, un lungo percorso che ha portato alla stesura, validazione e attivazione della rete dell’incontinenza in Piemonte, successivamente in Veneto e Lazio, e all’attivazione del Tavolo ministeriale per l’istituzione delle reti regionali; alla realizzazione di materiale educazionale per sensibilizzare i cittadini e di eventi formativi per gli operatori del settore, in particolare  un corso annuale di Urologia Funzionale orientato sull’innovazione e sull’organizzazione dei servizi e corsi hands-on sull’urodinamica, esame essenziale nello studio dell’incontinenza”, dichiara Giulio Del Popolo, Presidente della Fondazione italiana continenza. “L’impegno continua nel sostenere l’introduzione della telemedicina nelle attività di monitoraggio a domicilio, strumento preziosissimo durante l’emergenza, l’attivazione di un Master per promuovere la ‘next generation’ di operatori nell’ambito delle disfunzioni pelviche, la riattivazione del Tavolo ministeriale con valenza di monitoraggio e sostegno all’istituzione delle reti regionali, e la realizzazione di studi per ottimizzare risorse e percorsi di fruizione degli ausili urologici e colonproctoligici da parte dei cittadini. Sono gli obiettivi in itinere di una Fondazione attiva, in stretta collaborazione con le Istituzioni regionali e ministeriali, e proiettata all’innovazione tecnologica e a percorsi per il miglioramento della prevenzione e qualità di vita delle persone con disturbi pelvi-perineali”.

i e cura dell’incontinenza urinaria e fecale, già costituita con Delibera della Giunta Regionale della Sardegna n. 2-8 del 22 gennaio 2014, ovvero la sua costituzione ex novo in virtù dell’Accordo Stato/Regioni sul “Documento tecnico ministeriale di indirizzo sui problemi legati all’incontinenza urinaria e fecale” firmato il 24 gennaio 2018, è stata chiesta dai vertici della Fondazione Italiana Continenza in una lettera inviata al Presidente della giunta regionale Solinas, all’Assessore dell’Igiene e Sanità e dell’Assistenza Sociale Nieddu, e al direttore generale della sanità regionale Tidone.

Nell’Isola – si legge nella lettera – sono stimate essere tra le 70 e le 100mila le persone affette da incontinenza urinaria e fecale; per meglio rispondere alle esigenze di questi pazienti, la Regione Sardegna aveva istituito nel 2013 un Tavolo – coordinato per la parte scientifica dal professor Giuseppe Masnata, urologo pediatra dell’Ospedale Brotzu di Cagliari e presidente Unicef Sardegna – le cui conclusioni avevano portato alla individuazione delle strutture sanitarie che sarebbero andate a formare la Rete regionale dei Centri di primo, secondo e terzo livello”.

La costituzione della Rete dei Centri consentiva alla Sardegna di diventare dopo il Piemonte – riconosciuto capofila nazionale in tema di incontinenza – la seconda Regione italiana a dotarsi di questo importante strumento” ma “per il mutare dell’Amministrazione regionale e per il disinteresse mostrato al tema incontinenza da parte dei nuovi vertici regionali sardi, la Rete dei Centri non è mai stata resa operativa né essa è stata mai messa in condizione di funzionare, nonostante le sollecitazioni che la Fondazione Italiana Continenza ha ripetutamente rivolto agli Amministratori regionali”.

Nel successivo 2015 è stato il Ministero della Salute ad affrontare il tema costituendo a sua volta un Tavolo di lavoro ministeriale nel quale hanno preso parte, oltre che esperti, clinici, cattedratici, rappresentanti dei pazienti e di quattro Regioni e, tra queste, proprio la Sardegna con il compianto professor Francesco Maria Cossu; dal Tavolo è scaturito l’Accordo Stato/Regioni che prevede proprio l’attivazione di una Rete regionale dei Centri per l’incontinenza”.

Mai come in questo periodo di grave emergenza sanitaria – prosegue la lettera – è indispensabile che medici e pazienti abbiano a disposizione i più idonei strumenti per consentire di affrontare in modo adeguato gli effetti dell’incontinenza urinaria e fecale: appropriatezza prescrittiva, idonei percorsi diagnostico-terapeutici-assistenziali, accesso ai più adeguati ausili attraverso il principio – già fatto proprio dalla stessa Regione Sardegna – della libera scelta”.

Da qui la richiesta rivolta ai vertici regionali: provvedere a ricostituire il Tavolo di lavoro regionale incontinenza recuperando il lavoro svolto a suo tempo, ovvero istituire un nuovo Tavolo di lavoro come prevede l’Accordo Stato/Regioni del 24 gennaio 2018 per la costituzione della Rete dei Centri.

“La Fondazione Italiana Continenza – conclude la lettera – è pronta a mettere a disposizione tutte le esperienze maturate in questi anni, convinta che solo con un approccio innovativo – quale la Rete dei Centri per l’incontinenza e grazie alle innumerevoli opportunità terapeutiche e assistenziali che ne discendono – sarà davvero possibile affrontare in modo nuovo le conseguenze derivanti dall’incontinenza”.